Tutti conoscono (o dovrebbero conoscere!) Google Analytics; invece, quando durante uno dei miei corsi nomino Google Search Console (abbreviata GSC), vedo molti sguardi interrogativi e perplessi.In origine questo strumento di Google si chiamava Webmaster Tool e forse proprio questo nome iniziale ha contribuito a connotare la GSC come un tool rivolto a webmaster, smanettoni e "nerd"; al contrario è uno strumento molto utile lato SEO e lato marketing per l’analisi e l’ottimizzazione del tuo sito web.
Come la maggior parte degli strumenti offerti da Google è completamente gratuito e fornisce informazioni ufficiali sullo "stato di salute del proprio sito web" mostrando ad esempio:
- lo stato di indicizzazione
- la presenza di eventuali errori di scansione
- indicazioni su penalità manuali
- inviare sitemap XML del proprio sito
- informazioni su pagine AMP/rich snippet
- parole chiave cercate dagli utenti e relativi click/impression/CTR
Esattamente come Google Analytics, Google Search Console fornisce informazioni solo sul proprio sito web, non possiamo quindi usarlo per spiare i nostri concorrenti.
La novità comunicata ufficialmente da Google proprio il 9 settembre scorso è il pensionamento "definitivo" della vecchia interfaccia in favore di una nuova veste grafica sicuramente più user friendly e con informazioni ancora più complete e dettagliate.In realtà il pensionamento non è ancora definitivo al 100% dato che alcuni report presenti nella nuova Search Console presentano ancora la veste grafica precedente.
Vediamo tre motivi pratici per cui nessun sito web possa rinunciare alla Google Search Console senza la quale sarebbe impossibile rispondere alle domande seguenti.
1. Quante pagine del tuo sito Googlebot visita ogni giorno?
Questo grafico mostra il numero di pagine del tuo sito scansionato da Googlebot negli ultimi 3 mesi; molto utile per valutare in generale "quanto Google consideri il tuo sito", quante pagine "veda" e quanto velocemente passi ad analizzarlo in caso di cambiamenti o aggiornamenti molto corposi. Consiglio: fondamentale monitorare questo report in seguito a una migrazione da HTTP ad HTTPS.
2. Quante volte il tuo sito è comparso nei risultati di ricerca di Google negli ultimi 90 giorni?
Questo report permette di vedere le parole chiave con cui gli utenti hanno raggiunto il nostro sito; questi sono dati ufficiali forniti da Google, quindi affidabili al 100%, e rappresentano l’unico modo certo per sapere come siamo posizionati per una determinata parola chiave e quante volte il nostro sito è comparso su Google per una singola ricerca.Un consiglio: controllate sempre il CTR (Click Through Rate), a un posizionamento in alto nei risultati di ricerca deve corrispondere un CTR elevato (quanto è elevato dipende da troppi fattori per indicarvi un valore di riferimento sensato); un valore di CTR basso per alcune keyword potrebbe essere un campanello d’allarme e indicare la necessità di migliorare title e description della nostra pagina per incrementare il traffico verso il nostro sito.
3. Secondo il crawler di Google, ci sono pagine del tuo sito web non ottimizzate per i dispositivi mobili?
L’immagine qui sopra mostra chiaramente che tutte le pagine del nostro sito risultano valide e ottimizzate per i dispositivi mobili, sono infatti zero le pagine con problemi o errori. Considerato il "recente" passaggio di Google al mobile first index, è fondamentale che il vostro sito sia ottimizzato per la navigazione da smartphone e tablet.
Da "buon docente" non posso che lasciarvi dei compiti per casa… potete trovare le risposte a queste domande nei nostri corsi in aula su Google Analytics o nelle lezioni di Web Analytics al Master Booktelling dell’Università Cattolica di Milano.
1. Quante e quali pagine del tuo sito restituiscono un errore 4xx o 5xx?2. Il tuo sito ha problemi di sicurezza secondo Google? E’ oggetto di penalizzazioni manuali oppure lo è stato in passato?3. Da quando il tuo sito viene scansionato da Googlebot per smartphone e non più da Googlebot per desktop?