Partire dai dati
Se ne è parlato durante il corso al Laboratorio Formentini di Milano Come diventare un libraio social in poche mosse, tenuto lo scorso maggio dalla Scuola Librai Umberto e Elisabetta Mauri e dove c’eravamo anche noi. L’introduzione sui dati dell’editoria al corso è stata curata da Alessandro Magno, Chief Digital Officier di GEMS.
L’impatto della trasformazione digitale e il cambio nella catena del valore
Si parte da un dato negativo del 2018 per quanto riguarda i mercati europei dei prodotti fisici di intrattenimento dovuto alla trasformazione digitale e al cambio di prospettiva della catena di valore. Questo nuovo paradigma di valore è basato sull’impatti dei Tech Giants (Facebook, Amazon, Google) considerando le variabili di Reach (il numero di utenti/clienti raggiunti) e di Intelligence (la conoscenza capillare degli utenti).
We don’t have better algorithms than anyone else; we just have more dataPeter Norvig, Google Chief Scientist
L’impatto del digitale nelle industrie culturale del libro
Musica, quotidiani, home video, editoria libraria: tutti i settori culturali sono stati investiti dall’avvento del digitale negli ultimi 20 anni.
Nel caso dell’editoria libraria il prodotto fisico però rimane prevalente nel settore trade e coesiste con il digitale.
Si possono considerare due fattori di disruption del digitale sul mondo dell’editoria tradizionale:
- i nuovi player digitali hanno sostituito il cartaceo in alcuni settori e generi come dizionari, enciclopedie e guide turistiche
- il megaplayer Amazon che cerca di sostituire le librerie come canale di vendita
Il mercato italiano del libro
I dati osservatorio AIE sul biennio 2017/2018 parlano di 29,6 milioni di lettori complessivi tra narrativa, manualistica, saggistica, libri professionali e educativi.
Per quanto riguarda il mezzo il 62% va ai libri cartacei, il 27% agli e-book e l’11% agli audiolibri.
Sui formati di fruizione in Italia non c’è una vera e propria lotta. La situazione fisico/digitale è stabile e chi adotta il formato digitale non abbandona il cartaceo: rappresentano il 26% i lettori di libri cartacei e digitali contro il 36% di lettori di soli libri cartacei e il 3% di lettori solo in formato digitale.
Nel mercato dell’intrattenimento i libri (prodotti editoriali) rappresentano il 67% del fatturato rispetto ai videogiochi (17%), alla musica (8%) e ai video (7,6%).
Guardando nel dettaglio il mercato dei libri diviso per canale le percentuali vedono un calo del 7,4% della GDO e un incremento del 2,9% dell’e-commerce nel 2018 sul 2017. Le librerie indipendenti e le catene invece sono in calo e continuano a esserlo anche nei primi mesi del 2019 dove è l’e-commerce il vero protagonista della scena. Basti pensare che dal 2008 al 2018 gli store online crescono dal 3% al 24% (considerando anche nel 2012 l’ingresso di Amazon Italia).
Nell’editoria in sostanza non c’è stato un crollo del fatturato (come per gli altri settori dell’intrattenimento culturale) ma un calo.
Qualche dato social
- Il 97% degli utenti che accedono alla rete internet sono anche utenti Facebook
- La maggior parte vi accede da dispositivi mobile
- Ogni utente trascorre in media online 40 minuti al giorno su Facebook
- La Generazione X (1960-1980) trascorre in media 7 ore a settimana su Facebook
- L’80% dei contenuti caricati online entro il 2020 sarà composto da video
- Instagram ha 500 milioni di utenti attivi al giorno
- Sono 400 milioni le stories create e condivise ogni giorno su Instagram
- L’Italia è il 10° paese al mondo per numero di utenti su Instagram di cui:
- 19 milioni sono utenti attivi (+36% rispetto al 2017)
- 11 milioni sono utenti attivi ogni giorno
- il 60% degli utenti è under 35
- la fascia under 20 invece fruisce contenuti
Librai social: perché no?
Ecco perché oggi è utile (certo non indispensabile) essere online.
Consiglio valido anche per le librerie che diranno: "Ma noi abbiamo già una vetrina sulla via del centro, il viavai c’è".
Oggi però come è ormai noto a tutti non si può solo vivere di tradizione. Le città cambiano, si evolvono, si allargano e così con loro anche gli abitanti. Cambiano le generazioni e le modalità con cui le informazioni raggiungono il pubblico privilegiato.
Chi non si è sentito dire: "Vado a quell’evento, l’ho visto su Facebook".
Essere online è utile, certo non indispensabile ma in alcuni casi può davvero fare la differenza.
Ne parliamo nel prossimo articolo che trovate alla voce: Consigli pratici per il libraio social